mercoledì 29 maggio 2013

APPELLO - TANGENTI SULLA VENDITA D’ ARMI : QUANTO VA AI PARTITI?

Padre Alex Zanotelli, che introdurrà il nostro convegno di sabato 1 e domenica 2 giugno, ha lanciato un APPELLO dal titolo : TANGENTI SULLA VENDITA D’ ARMI : QUANTO VA AI PARTITI?


L'appello ha due scopi:

1.   Una richiesta al parlamento affinchè istituisca  una commissione incaricata di investigare la connessione tra vendita d’armi e politica che elimini il Segreto di Stato su tali intrecci.

2.   Un appello a tutti i gruppi, associazioni, reti, impegnati per la pace, a mettersi insieme, a creare un Forum nazionale come è stato fatto per l’acqua.
 


Per sottoscrivere l'appello di p. Alex si può cliccare sul seguente link:




La Redazione del sito www.ildialogo.org

Comunicato di Adesione del Comitato Antifascista di Busto Arsizio

Il Comitato Antifascista di Busto Arsizio aderisce al Convegno di Venegono Superiore sul tema Armi Guerra e Territorio.
A livello nazionale agli italiani gli viene raccontato che non ci sono soldi per avere diritto a servizi essenziali e qualitativamente più efficienti quali sanità trasporti e scuole.
Dall’altra gli impegni dei governi che si susseguono sugli armamenti non diminuiscono mai.
Questo accade purtroppo non solo in Italia ms questo è un grave problema che riguarda tutti i paese europei e del mondo capitalista.
Non solo ma anche le politiche di devastazione dei territori, nonostante gli impegni formali di non consumo di nuovo suolo, continuano. Le aree devastate da interventi di industrializzazione selvaggia e quindi inquinate da anni di scarichi tossici, non hanno nessun padre che si dichiari responsabile e che avvii le bonifiche di risanamento.
Tutto ciò accade perché le logiche che sovraintendono i destini di intere popolazioni, sono logiche di sfruttamento capitalistico e non per il bene comune.
I popoli sono chiamati a rendersi conto di tutto ciò e a ribellarsi.

Ora e Sempre Resistenza.

Comitato Antifascista di Busto Arsizio

sabato 25 maggio 2013

ADESIONE RETE NAZIONALE DONNE IN NERO


Al Movimento NO-F35 del novarese e al Comitato NO-M346 del Varesotto


Nell’ottobre dello scorso anno le Donne in Nero di Varese e la Rete italiana Donne in nero hanno aderito alla manifestazione “No M346 a Israelee ora abbiamo ricevuto la vostra proposta di costituire un “FORUM contro la guerra” e il vostro invito a partecipare al convegno di studio “Armi, guerre, territorio” che si terrà l’1 e il 2 giugno a Venegono superiore.
Siamo molto contente che stiate facendo questo lavoro così impegnativo, tanto più difficile in questo periodo. Ve ne ringraziamo, e al tempo stesso riteniamo opportuno esporvi alcune nostre considerazioni.

In un incontro nazionale della rete delle Donne in Nero, tenutosi a Roma il 6-7 aprile, molte hanno detto di avere intenzione di partecipare al convegno dell’1-2 giugno, ma hanno anche espresso riserve sull’impostazione del Documento di lancio e della proposta di contenuti, tutti “neutri”: cioè insensibile al fatto che esistono donne e uomini e che non è opportuno appiattirle/i in un universo indistinto. Abbiamo quindi concordato di farvi conoscere fin d’ora le nostre riflessioni, perché già nel percorso che porterà a Venegono possa avvenire quel “confronto fra concezioni e visioni diverse, in un clima di fiducia, senza nascondere le eventuali differenze” di cui parla il documento a p. 3.

            Condividiamo l’intenzione che nel confronto si esprimano – e si ascoltino reciprocamente – “visioni diverse”. Proprio perciò ci pare necessario tener conto del fatto che i “contenuti” non sono astrattamente oggettivi, ma profondamente segnati dalla soggettività e dal punto di vista di chi li formula. Per noi non si può prescindere dalla differenza tra i modi di viversi e di essere percepite/i come donne e come uomini; sono costruzioni storiche e culturali, processi di lungo periodo che in particolare hanno fatto sì che per le une e gli altri siano stati e siano diversi i rapporti prevalenti con il militarismo, le armi, le guerre.

Per quanto ci riguarda come Donne in Nero, la nostra rete è nata alla fine degli anni ’80 da un piccolo gruppo di ebree israeliane che scesero in strada contro l’occupazione dei Territori Palestinesi da parte del loro stato. A fondamento della protesta c’era la volontà di manifestare il rifiuto della logica del nazionalismo militarista, della divisione insuperabile tra “noi” e “loro”; nel decennio successivo, specie attraverso l’impegno di pensiero e di azione del gruppo di Donne in Nero che si era formato a Belgrado, divenne sempre più intensa la consapevolezza del legame costitutivo tra il nazionalismo e il patriarcato, tra l’uso della violenza e il disconoscimento e l’inferiorizzazione dell’altro-da-sé: modalità che hanno pervaso e pervadono le relazioni gerarchiche e di dominio su cui le varie società hanno fondato il rapporto uomo-donna e i ruoli femminili e maschili.

E’ per queste ragioni, qui appena sommariamente abbozzate, che consideriamo importante che su “armi, guerre, territorio” ci si confronti tenendo presente quanto profondamente vi sia implicato il maschilismo tradizionale: consideriamo necessario porsene il problema perché donne e uomini escano dalla prospettiva bellicosa per cui è il più forte che vince e lavorino per una trasformazione radicale delle culture.

Non dubitiamo che tra “i relatori” (nominati a p. 5 del “Documento di lancio”) si sottintenda che verranno invitate donne e uomini, ma ciò che ci preme è che nel convegno siano presenti sguardi attenti a come le differenze di genere interagiscono con la smilitarizzazione delle menti e delle pratiche di vita; non pensiamo che questo lo debbano o possano fare soltanto donne: anzi, ci pare che vada dato spazio a quanti stanno scavando nelle concezioni del maschile entro cui essi stessi si sono formati, per contribuire a smontare le millenarie pulsioni al dominio e alla violenza che vi sono state impresse.

Per rendere più concreto che cosa intendiamo, facciamo un esempio: a p. 2 del documento c’è una considerazione – sulla “alta spesa militare, ovunque pagata dai cittadini attraverso i tagli alle spese sociali” – certamente condivisibile, purché però nell’insieme dei “cittadini” si badi all’esistenza delle cittadine e le si veda nella loro condizione di principali – spesso uniche – erogatrici di quel lavoro di cura su cui si regge il tessuto sociale e che diventa sempre più gravoso con l’appesantirsi dei tagli.

Inoltre ci sembra che ciascuna e ciascuno di noi dovrebbe fare ogni sforzo per smilitarizzare il proprio linguaggio, quando è manifestamente espressione di quella cultura bellicosa che vogliamo disarmare, come per la parola “strategie”. Per ragioni analoghe ci pare del tutto inopportuno che si parli di cittadini, lavoratori, relatori... , tanto più che l’invito a partecipare è invece rivolto a “tutti/e”. Il linguaggio esprime e veicola mentalità e culture; a nostro parere, usare il maschile come onnicomprensivo si porta dentro la cancellazione delle donne dai soggetti che contano.

Per queste ragioni desideriamo farvi alcune proposte. Ad esempio, rispetto alla “riconversione in senso pacifico delle produzioni” belliche, siamo totalmente d'accordo sulla necessità di “non mettersi in conflitto con l'interesse vitale e immediato dei lavoratori del settore” e ne siamo tanto più convinte nell'attuale drammatica situazione di perdita del  lavoro e di povertà. Su questo tema vorremmo confrontarci tenendo conto di quali siano i lavori cui va dato valore prioritario: anziché alla “produzione” di oggetti – e tanto più di armi – alla dimensione della “cura” già citata sopra.

Vorremmo proporre anche di parlare di esperienze di gruppi e reti di donne pacifiste, nonviolente, femministe antimilitariste. Esperienze che includono numerosi casi di partecipazione a iniziative miste perché è nella realtà concreta di un mondo fatto di donne e di uomini che ci preme portare il contributo delle nostre specificità.

Infine, ci riconosciamo nell’intenzione, che l’invito dichiara a p. 1, di voler cercare “denominatori comuni su cui fondare azioni più condivise ed efficaci” e nella sollecitazione, espressa nel Documento a p. 3, a entrare in rapporto tra realtà diverse non per imporsi “con mire egemoniche” ma per affiancarsi e lavorare insieme. La prospettiva di un confronto sensibile alle differenze a nostro parere significa anche aprirsi a nuove opportunità di arricchire il proprio punto di vista e cogliere  quanto sia continuamente necessario misurarsi con la pluralità delle alternative lungo cui si può camminare.

6 maggio 2013
                                                                                              La rete nazionale delle Donne in Nero

 _______________________________



Care Amiche,
Vi ringraziamo per il vostro contributo in vista dell'incontro di Venegono di inizio giugno.
Stiamo cominciando un percorso faticoso, che sarà difficile proseguire senza un vero allargamento di contributi diversi e variegati.
Concordiamo con i rilievi che fate al documento.
Chiediamo qualche attenuante riguardo al lessico leggermente sessista. È comunque vero che, a dar tutto sottinteso, magari si dà eccessiva fiducia alla capacità di comprensione di chi non è ancora libero da pregiudizi.
Cercheremo di stare attenti nella stesura dei prossimi documenti; e speriamo che voi ci possiate essere d'aiuto.
Quanto al resto: se ne discuterà appunto nelle due giornate di incontro. Una discussione che speriamo possa essere aperta, sincera, senza pregiudizi. Una discussione nella quale anche posizioni apparentemente distanti possano poi comunque trovare una sintesi in vista dell'obiettivo superiore che ci proponiamo: il contrasto delle guerre e delle strutture sociali gerarchiche (e patriarcali) che le generano e che le rendono funzionali allo sfruttamento di chi è più debole.
Vi chiediamo se possiamo inserire il vostro testo nel blog di riferimento dell'incontro di Venegono, così che possa essere letto ed apprezzato da tutti.
Vi chiediamo infine se possiamo considerare la vostra associazione come aderente ufficiale all'iniziativa in questione e se parteciperete alle due giornate. In particolare sarà molto interessante discutere con voi in occasione dell'incontro dei movimenti e delle realtà locali in lotta che si terrà nella mattinata di domenica 2 giugno.

Un saluto affettuoso ed un arrivederci a Venegono.

Movimento No F-35 del novarese -  Comitato No M-346 del varesotto
                                                                                               

martedì 21 maggio 2013

INFORMAZIONI LOGISTICHE per CONVEGNO 1 e 2 Giugno

Di seguito, pubblichiamo alcune utili informazioni per facilitare la vostra partecipazione al convegno del Forum Contro la Guerra. 
Invitiamo tutti/e a mandare, ENTRO GIOVEDì 30 MAGGIO, una mail di prenotazione, indicando se si fermeranno a dormire e/o a mangiare. 
Inoltre, vi invitiamo ad essere puntuali, in quanto il convegno comincerà all'orario stabilito per permettere a tutt* i relatori e le relatrici di avere lo stesso tempo a disposizione. Grazie.

Per ulteriori chiarimenti ed informazioni: forum.no.guerra@gmail.com
_______________________________

Il convegno del 1 e 2 giugno si terrà al castello dei Missionari Comboniani, in Via delle Missioni, 12 a Venegono Superiore (VA). 


COME ARRIVARE:

In auto: Da Milano: Autostrada A8 Milano-Varese, uscita Gallarate poi SP12 per Tradate e SS233 per Venegono Superiore.

In treno (TRENORD): Da Milano Nord Cadorna: direzione Laveno Mombello. Scendere alla stazione di Venegono Superiore.

La stazione di Venegono Superiore dista 1,6 Km dal castello ( 15 o 20 minuti a piedi).Sarà messo a disposizione un servizio navetta, solo su richiesta, per coloro che fanno fatica a camminare. Mandare una mail a: forum.no.guerra@gmail.com 
 

DOVE DORMIRE:

I missionari comboniani hanno messo a disposizione 38 posti letto (di cui 8 in camera singola). E' richiesta un'offerta libera per il pernottamento.
Vi è, inoltre, la possibilità di dormire in tenda nell'ampio parco del castello (portare tenda e sacco a pelo).

Per prenotazioni mandare una mail a: forum.no.guerra@gmail.com


DOVE MANGIARE:

La cena a buffet di sabato 1 giugno, si terrà al refettorio del castello dei missionari comboniani (offerta a partire dai 7 euro). 
Domenica 2 giugno si pranzerà al refettorio dei comboniani con della pizza da asporto (costo individuale).

Per prenotazioni mandare una mail a: forum.no.guerra@gmail.com

APERITIVO MUSICALE pro Convegno 1 e 2 giugno



VENERDÌ 24 MAGGIO

DALLE ore 19.00
al Kinesis di Tradate (Via Carducci, 3) 
APERITIVO e MUSICA DAL VIVO
 
A sostegno dell'incontro/convegno "Armi, guerre e territorio" che si terrà 1 e 2 giugno a Venegono Superiore.

INFO: http://forumnoguerra.blogspot.com/



Image and video hosting by TinyPic



VOLANTINO PROGRAMMA CONVEGNO

Pubblichiamo volantino fronte e retro del Convegno di sabato 1 e domenica 2 giugno. Diffondete e partecipate!

https://www.facebook.com/events/516124665113503/




SABATO 1 E DOMENICA 2 GIUGNO A VENEGONO SUPERIORE (VA)
presso il Castello dei Comboniani (Via della Missione 12)
INCONTRO/CONVEGNO:
ARMI, GUERRE, TERRITORIO
DOBBIAMO PER FORZA FABBRICARE ARMI, FARE GUERRE, UCCIDERE,
O ABBIAMO IL DIRITTO DI VIVERE PACIFICAMENTE E DI RESTARE UMANI?

Oltre ai diversi relatori con i quali approfondiremo le varie tematiche relative
alle produzioni di morte e alla guerra, sono invitate a partecipare le realtà di movimento che lottano contro la militarizzazione dei territori e le produzioni belliche. 
Per un confronto tra esperienze recenti e passate, alla ricerca di strategie e strumenti più efficaci per le lotte attuali e future.

PRIMA GIORNATA (SABATO DALLE 15:00 ALLE 19:00)

Introduzione a cura di Alex Zanotelli

1) Dalle nuove strategie militari di USA, NATO, Italia, UE, CSCE alle “Nuove guerre” e al“terrorismo umanitario”, dal 1990 ad oggi. (Manlio Dinucci)

2) Il diritto internazionale “della pace, per la pace” sotto i colpi della guerra: cosa resta dello Statuto dell’ONU e dell’art. 11 della costituzione italiana.

3) Guerra S.p.A.. Il “Complesso militar-industriale”: basi militari e industria bellica. Il caso Finmeccanica. (Rossana De Simone e Antonio Mazzeo)

4) Commercio di armi e “Nuovo ordine militare internazionale”. (Giorgio Beretta)

5) Guerra e informazione, l’informazione manipolata come arma di “distrazione di massa”.(Carlo Remeny)

SECONDA GIORNATA (DOMENICA DALLE 9:00 ALLE 14:30)

a cura delle comunità in lotta contro le basi e le produzioni militari

Le alternative alla guerra (Aboliamo la guerra, Obiezioni alla guerra, Difesa popolare non armata e nonviolenta, Smilitarizzazione del territorio, Riconversione dell’industria bellica, Economia di giustizia per la pace).
Le iniziative di base contro la militarizzazione dei territori e le produzioni belliche (confronto tra esperienze recenti e passate, alla ricerca di strategie e strumenti più efficaci)

Il Forum contro la guerra, prospettive

Comitato NO-M346 del varesotto - Movimento NO-F35 del novarese


Prime adesioni locali: ADL - Sindacato di base prov. VA; USB prov. NO; U.S.B. Piemonte; Comitato Acqua BeneComune prov. VA; Coord. Comasco per la Pace; Assoc. Ora in silenzio per la Pace GE; Comitato contro la Guerra MI; Assoc. La Casa di Nando Gazzada; DisArmiAmoLaPace VA; Comitato Varesino Palestina; Kinesis Tradate; Coord. No Hub militare Pisa; Comitato No Muos MI; Prime adesioni Nazionali: Confederazione Nazionale Unione Sindacale di Base (USB); Commissione Giustizia e Pace dei Missionari Comboniani; Rete Radie Resh; Donne in Nero; Pax Christi;




UNA PROPOSTA DI “FORUM” CONTRO LA GUERRA
Il Movimento NO-F35 del novarese - Comitato NO-M346 del varesotto fanno appello
• a tutte le realtà impegnate sul tema “guerra, pace, armamenti, disarmo”
• a tutte le “comunità in lotta” situate vicino ad aziende belliche e basi militari ed operanti per la riconversione e la smilitarizzazione dei vari territori del paese, per riuscire a dar vita ad una rete di collegamento, flessibile e stabile allo stesso tempo, che rilanci il movimento pacifista ed antimilitarista.
Un “nuovo ordine mondiale” targato Usa-Nato, in cui dal 1991 si inserisce il “Nuovo modello di difesa” italiano e un crescente coinvolgimento di UE ed Israele, vuol garantire con le armi il modello di vita e gli interessi dei paesi industrializzati attraverso continue guerre, definite “operazioni di pace, umanitarie, di difesa della democrazia” contro i “dittatori” ed il “terrorismo internazionale”, combattute sempre in casa d’altri, con mezzi sempre più sofisticati ed impersonali. Tutto ciò richiede una crescente militarizzazione del territorio ed una sempre più alta spesa militare, ovunque pagata dai cittadini attraverso limitazioni della democrazia e tagli alle spese sociali. Contemporaneamente una finanza internazionale che ‘non ha nazione’ agisce su scala globale sottraendo sovranità agli Stati anche con la complicità degli stessi, ricattandoli con un “debito” che in realtà nasce da un furto. “We are the 99”, slogan del movimento “Occupy Wall Street”, ricorda che siamo il 99% della popolazione, quelli che subiscono gli effetti dei “giochi” della finanza globalizzata. Una iniziativa contro la guerra deve far perno su un’economia non predatoria delle vite altrui e non distruttiva dell’ ambiente e del tessuto sociale; un’economia che metta al centro l’uomo e la tutela dei beni comuni, nel rispetto di tutti gli est e sud del mondo, contro una strategia egemonica imperniata sull’ideologia ultraliberista ancora dominante. L’economia deve basarsi su una condivisione del processo decisionale sul cosa produrre. La riconversione al civile delle produzioni belliche potrebbe essere percepita dai lavoratori del settore come lesiva del loro interesse vitale ed immediato, ponendoli dunque in conflitto contro chi, come noi, auspica invece questa scelta. Ma i lavoratori non sono né possono diventare i nostri antagonisti; anzi a loro va la nostra solidarietà in quanto sfruttati e costretti a scelte antietiche. Dalla manifestazione del 13 ottobre 2012 contro la produzione e l’uso bellico di velivoli militari prodotti in Italia, svoltasi intorno all’aeroporto/fabbrica di armi/sede nazionale di AleniaAermacchi-Finmeccanica di Venegono Sup. (VA), è sorta l’idea di proporre questo “FORUM contro la guerra”, che sia forma organizzativa funzionale al comune scopo ma anche luogo fisico d’incontro e di servizio, simbolicamente situato presso il castello dei Missionari Comboniani, sulla collina che sovrasta questa “fabbrica di morte”. Per dire il nostro NO e per esprimere la maggior capacità di azione occorre organizzarsi ed unirsi in una rete tra i vari soggetti che si riconoscono negli stessi grandi obiettivi; questo richiede uno sforzo di elaborazione e studio ed una costante ricerca di denominatori comuni, nel confronto fra concezioni e visioni diverse, in un clima di fiducia che non nasconda ed anzi valorizzi eventuali differenze, per progettare una linea di azione coinvolgente, semplice ed efficace. Non si tratta quindi di costituire un’ennesima organizzazione, né di inventarsi un “nuovo” attore che si aggiunga a tutti gli altri, magari con mire “egemoniche”, ma di affiancarci fra noi, valorizzando il più possibile ciò che già esiste, secondo il modello del Forum Acqua. Dobbiamo puntare a costruire efficaci azioni di promozione della pace e di contrasto a tutte le guerre; azioni che, maturando dentro comunità altamente solidali e producendo nuova solidarietà, siano in grado di togliere il consenso alle strutture che sostengono il complesso militare-industriale e la guerra.

A un anno dalla sua morte sarà ricordato il pacifista varesino Stefano Ferrario, presentando un libro con i suoi scritti intitolato “Stefano, un gigante di pace”